Quante volte ti hanno chiesto: “Cosa vuoi fare da grande?”
Quando si è bambini rispondere a questa domanda è divertente: si viaggia con la mente e si arriva a dare risposte tra le più disparate. Chi non ha mai sognato di fare l’Astronauta? La principessa? La ballerina o il calciatore?
Ma crescendo questa domanda può diventare per molti ragazzi un’incognita a cui è complicato dare una risposta e spesso che lavoro fare può divenire motivo di ansia e apatia verso il mondo professionale.
Trovare la vocazione di ognuno di noi non è affatto semplice, e non è detto che la propria inclinazione sia una sola; per questo il nostro obiettivo odierno è quello di aiutarvi a trovare la vostra “multi potenzialità”.
L’approccio multipotenziale
Circa quattro milioni di persone nel mondo sono rimaste incollate allo schermo dei loro computer per ascoltare l’intervento sul famoso palco del TED (Technology Entertainment Design) di Emilie Wapnick, blogger, artista e imprenditrice di origine canadese, nonché fondatrice del movimento culturale “il multi potenziale”.
Sapete qual era il suo problema? Ogni volta si tuffava in un impiego, in maniera tale da sviscerare tutta la conoscenza della materia, arrivando sempre al punto di odiare ciò per cui aveva nutrito un profondo interesse. E dopo aver investito tempo e denaro, provava a ogni costo a farsi piacere l’attività, ma non ci riusciva: la noia superava di gran lunga il beneficio. Così ha iniziato a soffrire d’ansia per due principali motivi: in primis si chiedeva se ci sarebbe mai stata la possibilità di trasformare tutte le sue passioni in un unico lavoro, o se si sarebbe semplicemente dovuta rassegnare alla noia. E poi si domandava cosa ci fosse di sbagliato in lei, perché non riusciva a trovare la sua vocazione? Perché continuava ad auto-sabotarsi?
Quanti di voi non hanno mai provato questa sensazione?
Come abbiamo detto nell’incipit, la domanda: “Cosa vuoi fare da grande?” ci viene posta fin dalla tenera età, più come usanza sociale che non per ottenere una risposta valida nel tempo.
Diventati adulti la questione ci viene posta in forme diverse, per esempio: “Che facoltà vuoi fare dopo le Scuole superiori?” “In che ramo pensi di specializzarti una volta trovato lavoro?”
Ma perché cercare una sola risposta? Perché dover fare una singola cosa per il resto della propria vita?
Non ha senso: è solo la nostra società che ce lo impone. Abbiamo tutte le carte in regola per raggirare questo stereotipo, il nostro destino lo scriviamo noi.
L’essere umano per cultura crede che sia normale avere un’unica passione, un’unica vocazione, ma è interessante pensare che nell’ingenuità molti bambini trovino più risposte: c’è chi vuole fare la maestra e simultaneamente la cantante, chi vuole fare il cuoco e contemporaneamente il pittore… chi dice che non può essere così?
L’idea di vita fortemente focalizzata è apprezzata nella nostra cultura. L’idea che ognuno di noi nasca con un destino già scritto, che nella vita avrà un’unica grande vocazione, fa parte della nostra normalità. Nel Rinascimento però era diverso: era ritenuto ideale colui che fosse in grado di svolgere più discipline. Pensiamo a Leonardo da Vinci: pittore, scultore, inventore.
Pertanto, se ci piacessero più cose, perché non dovremmo puntare a svolgerle in parallelo?
Il vantaggio di avere più vocazioni
Un multipotenziale è la dote di una persona con molti interessi e occupazioni creative.
Ci sono tre principali punti di forza nell’avere più vocazioni:
- Innovazione: la capacità di combinare realtà e concetti differenti, con vie originali e mai viste prima, permettendo così di creare novità estremamente interessanti;
- Rapido apprendimento: quando un soggetto multipotenziale ha un interesse, vuole sapere tutto di quell’argomento, dalla teoria alla pratica più sottile;
- Flessibilità: una figura multipotenziale è in grado di adattarsi e adeguarsi a molte situazioni.
Il mondo d’oggi ha bisogno di persone multipotenziali: siamo circondati da problemi e abbiamo la necessità di stimolare e supportare persone creative che possano risolverli in modi originali. Non abbiate paura, abbracciate le vostre passioni, seguite la vostra curiosità, perché avete un valore aggiunto.
Capire che lavoro fare con il metodo Ikigai
Ispirato alla filosofia giapponese, il termine Ikigai significa “la ragione per cui ti alzi ogni mattina”, un tema strettamente legato alla comprensione delle proprie vocazioni. Avere uno scopo nella vita, continuare a interrogarsi sui nostri obiettivi, vivere la vita con lo scopo di concretizzare i nostri sogni, sono punti cruciali.
Ma come possiamo arrivare ad avere ben chiare le nostre aspirazioni? Come capire che lavoro fare?
Il cerchio dell’Ikigai è una possibile risposta a questa domanda. Rappresenta infatti una sorta di matrice divisa in quattro aree ben precise:
- Ciò che ami fare: ovvero la propria passione
- Ciò che serve al mondo: dunque la nostra missione
- Ciò che sai fare (al meglio): pertanto il nostro potenziale
- Ciò per cui puoi essere pagato: perciò il lavoro
La compilazione delle singole aree e l’intersezione tra le risposte che diamo è il risultato delle nostre passioni, delle nostre vocazioni, delle aspirazioni professionali e della vera missione a cui siamo indirizzati. In poche parole: la vera motivazione che può farci vivere ogni giorno in maniera piena e soddisfacente.
Sposare il metodo Ikigai significa prendere le distanze dalla visione che abbiamo noi occidentali di vivere la vita. Per gli orientali, infatti, è fondamentale rendere concreti i propri obiettivi, riconducendo il personale programma di vita alla soddisfazione vera in ogni singola giornata. Questo significa garantirsi una valida ragione per alzarsi al mattino, e stabilire in piena libertà con quale intensità vogliamo vivere ogni singolo giorno.
La soddisfazione è fonte di felicità
Spesso accade che ci lasciamo condizionare da obiettivi imposti dall’ambiente esterno, da un percorso di vita predefinito: noi seguiamo questi passi preconfezionati, senza chiederci mai il motivo, li seguiamo perché è normale farlo.
Ma ognuno di noi inconsciamente ha una propria autenticità e soffocare le reali ambizioni può portare ad essere infelici. Comprendere le proprie inclinazioni può essere la chiave per trovare ciò che si vuole davvero fare nella vita, soprattutto dal punto di vista lavorativo.