Il mercato del lavoro è un mondo sempre più dinamico e in continua evoluzione, per farsi scegliere dai recruiter bisogna anche essere capaci di comunicare in modo efficace e strategico.
I social media, Google e gli altri motori di ricerca permettono oggi di trovare facilmente informazioni sulle persone e sui loro gusti e abitudini.
Vi siete mai chiesti, ad esempio, quali informazioni compaiono in rete dopo una semplice ricerca del proprio nome e cognome su internet?
La tecnica dell’ego surfing
Esiste una tecnica precisa, quella dell’ego surfing, che consiste proprio nel navigaresui motori di ricerca inserendo il proprio nome e cognome. In questo modo è possibile in pochi secondi vedere quali sono le informazioni sul proprio conto a comparire e migliorare dettagli o informazioni che contribuiscono a creare la propria immagine personale ad esempio nel caso in cui notiamo che questa immagine non corrisponde esattamente a ciò che desideriamo comunicare al mondo esterno o, nel caso specifico, a un recruiter che potrebbe voler trovare ulteriori informazioni su di noi.
Spesso inoltre una semplice ricerca sul web, fatta inserendo il proprio nome e cognome rimanda ai propri profili sui social media, mezzi di comunicazione che usiamo ogni giorno per raccontare noi stessi e che, essendo di pubblico dominio, diventano un canale che possiamo usare a nostro vantaggio.
Raccontare sé stessi usando la rete
Un buon personal branding online può fare leva su un racconto personale e professionale di sé stessi.
Bisogna in un certo senso pensare a sé stessi come a un “prodotto” e utilizzare i pilastri delle strategie di marketing, come coerenza, affidabilità, persuasione.
La coerenza deve essere alla base del proprio personal branding. Prima di tutto potrebbe essere utile porsi delle domande, ad esempio chiedersi quali siano i propri valori e cosa si può offrire al mercato del lavoro.
Dopo aver risposto a queste domande, è importante capire come e se le proprie azioni stiano rispondendo agli interrogativi e, in caso di un percorso non coerente o non esattamente lineare, come trasmettere il senso e gli aspetti positivi delle proprie scelte. Attenzione a sembrare incoerenti, a lungo andare, potrebbe compromettere l’intera comunicazione del proprio personal branding.
Oltre a rendere coerente il proprio personal branding, bisogna renderlo affidabile. La propria reputazione si basa per metà sulla comunicazione diretta e per metà sulla comunicazione indiretta; quest’ultima è costituita dalle “tracce” che lasciamo online ogni volta che compiamo un’azione sul web o sui canali social.
Ultimo, ma non per questo meno importante, è il tassello della persuasione. Chiediamoci come differenziarci dagli altri candidati agli occhi dei recruiter, trovando ad esempio competenze specifiche o una determinata qualità personale che si può offrire in modo esclusivo, quel tratto distintivo che ci rende unici e che può rappresentare il punto di partenza del racconto di noi stessi.
Potrebbe essere ad esempio, mostri la passione e il coinvolgimento rispetto ai lavori svolti, perché niente conta più dei fatti e dell’entusiasmo nello svolgere la propria mansione.
Altre azioni importanti per un personal branding efficace? Eccole in un comodo elenco puntato:
- Essere presenti online. Come detto precedentemente i recruiter hanno a disposizione, come tutti noi, il web e i social media per trovare informazioni sui candidati. Non essere presente online o esserlo in un modo che non gioca a nostro favore penalizza la propria immagine personale.
- Creare contenuti realistici e di qualità. Come dicevamo, un buon personal branding serve anche per farsi conoscere e, nella migliore delle ipotesi, farsi scegliere dai recruiter. Senza contenuti in grado di cogliere l’attenzione e trasmettere un’idea positiva, sarà difficile ottenere l’effetto desiderato. Possiamo farlo ad esempio creando un proprio sito, ma, per chi non fosse in grado di creare un sito in autonomia, è sufficiente condividere articoli che rispecchino i propri interessi, creare e partecipare a conversazioni su un determinato argomento, farsi conoscere professionalmente e mettere in risalto le proprie competenze e come sono state acquisite.
- Tenere il profilo Linkedin aggiornato con le esperienze di lavoro e le competenze maturate. Linkedin è il social network professionale per eccellenza, nonché canale di comunicazione ideale per un buon personal branding volto, ad esempio, alla ricerca di nuove opportunità lavorative.
- Gestire la privacy. Sapere chi guarda cosa sul proprio profilo non è sbagliato. È possibile impostare la privacy sui social media e; il consiglio è quello di creare delle liste ad hoc dividendo i contatti, ad esempio in amici e colleghi. In questo modo è possibile indirizzare i contenuti a un determinato segmento di utenti.
Ognuno, per così dire, è il marketing manager di sé stesso, deve saper vendersi, e una comunicazione funzionale al proprio personal branding è uno strumento da non trascurare.