Intelligenza artificiale nel lavoro, opportunità e rischi per la privacy

Intelligenza artificiale nel lavoro, opportunità e rischi per la privacy

L’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro è un’occasione da sfruttare o un pericolo per le persone? Difficile dare una risposta univoca. Di sicuro l’AI apre la strada a modelli più produttivi ed efficienti, ma solleva anche dubbi per le potenziali violazioni della privacy.

Basti solo pensare all’AIWM, l’Artificial Intelligence Workforce Management, una tecnologia avanzata che consente di monitorare a distanza le persone e comporta diverse implicazioni giuridiche.

Si tratta di un sistema che consente, ad esempio, di dare in tempo reale indicazioni alle persone su come svolgere il proprio lavoro in modo migliore e più sicuro.

Nel caso specifico, è da ritenere che un accordo sindacale e il consenso delle persone interessate siano un passaggio obbligato, ma in generale a quali regole bisogna fare riferimento?

GDPR e protezione dei dati

In Europa, la protezione della privacy deriva dal GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, secondo cui i dati personali vanno raccolti e trattati in modo lecito e trasparente, utilizzati solo per scopi specifici e proporzionati alle esigenze delle imprese.

Una delle prime attività che le imprese devono svolgere è la DPIA, la Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati, che permette di valutare in anticipo come ridurre i rischi in cui si può incorrere.

Un rischio da considerare riguarda ad esempio i bias potenzialmente presenti nell’AI, che potrebbero discriminare alcune persone a vantaggio di altre. Per evitare questo è necessario monitorare costantemente gli algoritmi e, se necessario, aggiornarli.

Un aspetto fondamentale è l’informazione delle persone coinvolte, che devono sapere quali sono gli obiettivi nell’uso dell’AI e come vengono usati i dati raccolti. Una comunicazione trasparente, che evidenzi i vantaggi derivanti dall’intelligenza artificiale, è la premessa indispensabile per creare un clima di fiducia.

Un’altra strada da percorrere è la formazione specifica del personale dell’azienda, che crei conoscenza e consapevolezza in materia.

L’AI Act

A livello europeo esiste ora anche il Regolamento UE 2024/1689, più conosciuto come AI Act, che dall’agosto 2026 – e per alcuni aspetti già da quest’anno – si integrerà con il GDPR tramite linee guida specifiche che amplieranno la protezione e tuteleranno ancora di più i diritti delle persone.

Le aziende devono quindi considerare con attenzione ogni minimo aspetto nell’uso dell’AI. L’obiettivo finale deve essere coniugare il miglioramento dell’efficienza e della produttività tramite l’intelligenza artificiale con le altrettanto importanti considerazioni di carattere etico e tutela della privacy.

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