Come abbiamo illustrato in un recente articolo, il contratto di somministrazione segna l’inizio di un rapporto di lavoro caratterizzato dalla presenza di tre figure:
– Il lavoratore
– L’agenzia per il lavoro (somministratore)
– L’azienda che ricerca una o più persone da inserire all’interno del proprio organico (utilizzatore)
Il rapporto che lega agenzie per il lavoro e lavoratore è equilibrato e di reciproco scambio: da un lato, l’agenzia ha interesse che la risorsa venga collocata e dall’altro il candidato ha l’opportunità di crescere, di svolgere la professione per cui si è formato e di poter fare affidamento su determinate garanzie e tutele. Grazie alle APL, nel tempo, sono stati riconosciuti molteplici diritti del lavoratore, specialmente dal punto di vista economico e sociale.
Tuttavia, come in ogni settore, anche nel mondo del lavoro ci si trova molto spesso a combattere con attività illegittime. Nel caso specifico, parliamo di appalti non genuini, che nascono solo per trarre un vantaggio economico sfruttando una situazione di difficoltà e mettendo a disposizione “pacchetti di ore di lavoro”.
Spetta, secondo la normativa, alle agenzie per il lavoro individuare figure professionali idonee ad effettuare le prestazioni per un tempo determinato o indeterminato. Tuttavia, può capitare che il lavoro in somministrazione venga “travestito” da appalto, per poterne bypassare le regole e le garanzie.
La questione degli appalti illegittimi
L’associazione Assolavoro – associazione nazionale di categoria delle APL che rappresenta le agenzie che producono circa l’85% del fatturato nazionale legato alla somministrazione – condanna, per voce del Presidente Alessandro Ramazza, questo tipo di attività:
“Troppo spesso si mascherano per appalti forniture di lavoro in somministrazione: il risultato è che a fronte di un costo previsionale ridotto in capo alla Pa gli effetti negativi sono molteplici e i danni superano di gran lunga i vantaggi. In questo contesto, chiederemo allo Stato prima di tutto di rispettare le leggi che si è dato”.
Gli appalti illegittimi influiscono negativamente sulla qualità delle prestazioni, perché procedono al collocamento di personale non formato e demotivato. In questi casi infatti i lavoratori, attirati dall’idea di un’occupazione immediata e ingannati con false speranze, vengono sfruttati e retribuiti il 20-30% in meno rispetto alla paga base.
Nel caso opposto, in cui sia una vera e propria agenzia per il lavoro ad occuparsi del lavoratore, la retribuzione è per legge pari a quella prevista dal CCNL di riferimento. In aggiunta, oltre ad un maggior profitto, il dipendente in questione ottiene una serie di garanzie, fra cui anche la possibilità di accedere a percorsi di formazione gratuita finalizzati allo sviluppo delle proprie competenze.
Attualmente si stima una cifra di 300 mila lavoratori coinvolti in contratti di lavoro offerti da appalti non genuini, a cui non vengono riconosciute l’importanza e la tutela del proprio lavoro.
LA SENTENZA N.1571 DEL 12 MARZO 2018
Un celebre caso, che nei mesi passati ha suscitato scalpore, è la sentenza del Consiglio di Stato n.1571 del 12 marzo 2018, utile a sottolineare nuovamente i criteri distintivi tra appalto e somministrazione.
Nel caso in questione una Asl ha indetto una gara per la ricerca di attività di supporto ai propri uffici, specializzati in diversi campi, utilizzando la qualifica “appalto di servizi”.
La partecipazione alla gara è stata resa accessibile a tutte le imprese commerciali, selezionate attraverso la richiesta di requisiti di ammissione incentrati sullo svolgimento di servizi analoghi a quelli oggetto di gara.
È stata un’agenzia per il lavoro che, dopo aver analizzato il bando, ha rilevato che la procedura avviata dall’azienda avesse come oggetto una somministrazione di lavoro e non un appalto di servizi.
Questo è il punto cruciale su cui si è incentrata la questione: l’ammissione alla gara doveva essere consentita solo alle APL autorizzate nello svolgimento dell’attività di somministrazione, ma si è verificato l’esatto contrario. Queste infatti non hanno potuto partecipare in quanto prive dei requisiti di accesso richiesti inizialmente dal bando.
La somministrazione di lavoro per legge può essere effettuata solo da soggetti autorizzati, per garantire il rispetto delle normative, ma specialmente dei lavoratori.
I vantaggi dei contratti di somministrazione
Per capire l’importanza e il valore di una gestione del lavoro secondo i termini di legge, è utile ricordare i vantaggi che l’azienda e i propri dipendenti ottengono grazie ai contratti di somministrazione di agenzie per il lavoro come ETJCA:
- Compatibilità declinata in base alle esigenze dell’azienda (o della Pa) con prevenzione alla corruzione
- Disponibilità di personale qualificato, formato, motivato e monitorato
- Formazione ottenuta grazie a Fondi specifici
- Riqualificazione e ricollocazione previste in caso di ricorso al contratto a tempo determinato
Ostacolare il fenomeno degli appalti illegittimi significa tutelare e rispettare i lavoratori e costruire un mondo del lavoro migliore.