Si parla spesso di quanto sia stato complesso riuscire a conciliare, specialmente nel periodo del lockdown, vita privata e lavorativa, un fattore questo che ci ha portato anche a valutare pro e contro dello smart working, sia per i collaboratori che per le Aziende e, soprattutto, per i genitori.
Genitori in Italia: tra numeri e statistiche
Essere genitore richiede importanti sacrifici: a seguito della nascita del primo figlio molte donne rinunciano totalmente o parzialmente alla carriera professionale, sin dalla giovane età.
Nello specifico, delle mamme con un’età compresa tra i 25 e i 54 anni, solo il 57% risulta occupata, contro l’89,3% dei padri.
Quali sono le principali motivazioni che conducono a questa scelta?
- L’impossibilità di appoggiarsi ad una rete per la prima infanzia (solo il 24,7% dei bambini frequenta un servizio socio-educativo);
- L’assenza di parenti di supporto, come la mancanza dei nonni;
- I costi elevati dei servizi.
I dati dell’Ispettorato Nazionale del lavoro mostrano che più di 51mila neo-genitori si sono dimessi nel 2019 e che nel 73% dei casi sono donne. Queste statistiche dimostrano che un supporto qualificato per i genitori, come ad esempio una baby sitter esperta e qualificata fosse indispensabile già prima della rivoluzione della quotidianità causata dal Covid-19.
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Essere genitori durante la pandemia?
Nel periodo della quarantena, il carico di attività da compiere durante il corso della giornata di un genitore è inevitabilmente aumentato.
Pensiamo in primis all’accudimento di figli, reso più complesso della chiusura delle scuole e dalla novità della didattica online, e subito dopo alla cura degli ambienti domestici.
Il Boston Consulting Group, Multinazionale Statunitense, ha condotto nelle ultime settimane una ricerca che ha coinvolto più di tremila genitori, di cinque Paesi diversi, Italia compresa.
Le statistiche mostrano che durante il lockdown un genitore ha incrementato il proprio impegno di circa 28 ore a settimana, quasi l’equivalente di un secondo lavoro.
Risulta inoltre ancora elevata la percentuale di genitori che hanno proseguito o stanno proseguendo la propria attività lavorativa in modalità agile.
Tra questi:
- Solo il 25,3% ha a disposizione una stanza separata dai figli e conviventi dove poter lavorare;
- Quasi la metà (42,8%) è costretta a condividere lo spazio di lavoro con i familiari.
Diventa così prioritario inventare un nuovo modo di vivere: mamme e papà si organizzano al meglio, con calendari giornalieri molto intensi, per riuscire a soddisfare i bisogni della famiglia e in questa gestione il supporto di una babysitter risulta essere di fondamentale importanza.
la nostra missione babysitting: come possiamo aiutarti
Come Agenzia per il Lavoro, il nostro obiettivo è quello di far incontrare domanda e offerta nel mondo occupazionale.
È importante scegliere una persona che possa comprendere le esigenze familiari e instaurare un rapporto di empatia e fiducia con il bambino.
La babysitter giusta si allinea con i genitori riguardo all’educazione e alle abitudini che gli adulti vogliono mantenere per esempio: gli orari dei pasti, il momento del riposo pomeridiano per i più piccoli, i suoi rituali, quali giochi preferire rispetto ad altri, l’uscita e tanto altro.
Con il nostro servizio Missione Babysitting ci occupiamo di selezionare la babysitter esperta che fa per te, cercando di essere una pronta soluzione per le famiglie italiane.
Bonus babysitter a sostegno delle famiglie
Il bonus babysitter è stato introdotto nel Decreto Rilancio e può essere richiesto da lavoratori dipendenti privati, lavoratori iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS, e lavoratori autonomi (iscritti e non all’INPS, ma nell’ultimo caso subordinatamente alla comunicazione da parte delle rispettive casse previdenziali).
Una delle principali condizioni per poter avanzare la richiesta è che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito o che sia inoccupato.
Nello specifico hanno la possibilità di richiedere il bonus babysitter i genitori aventi:
- figli di età inferiore a 12 anni alla data del 5 marzo 2020;
- figli in adozione e affido preadottivo;
- figli con età superiori ai 12 anni, aventi disabilità e in situazione di gravità, purché iscritti a scuole di ogni ordine grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale.
Il bonus ha un valore totale di 1.200€ (600€ + 600€) e potrà essere utilizzato per pagare le prestazioni delle babysitter che si sono tenute a partire dal 5 marzo 2020, e può essere richiesto fino al 31 luglio.
Coloro che hanno già fruito in tutto o in parte del bonus Babysitter di 600 euro, previsto dal Decreto Cura Italia, potranno presentare una nuova domanda per l’importo residuo, ovvero fino al raggiungimento dei 1.200 euro.
Le principali circostanze in cui invece non può essere richiesto, sono le seguenti:
- Un genitore è disoccupato/non lavoratore o con strumenti di sostegno al reddito;
- Il nucleo famigliare ha richiesto il congedo parentale per Coronavirus.
Il bonus babysitter per il personale sociosanitario
Pensiamo in maniera particolare a chi, in questi ultimi mesi, si è impegnato in prima linea per combattere l’emergenza sanitaria Covid-19.
Per le categorie di lavoratori appartenenti alla sanità o alle Forze dell’Ordine, nello specifico:
- medici;
- infermieri;
- tecnici di laboratorio biomedico;
- tecnici di radiologia medica;
- operatori sociosanitari;
- personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
il bonus ha un importo fino a 1.000 euro + 1.000€, erogato dall’INPS mediante il libretto famiglia, con riferimento alle prestazioni rese a partire dal 5 marzo.
Il valore aumentato è valido anche per genitori di bambini con disabilità.